giovedì, maggio 02, 2024

Le TBR: richiami dell'anima 37 °

Puntuale, qualche giorno prima che finisse il mese, avevo già la mia pila di romanzi, quelli cioè che mi piacerebbe avere al fianco, in questo quinto mese dell’anno, prendermi e portarmi lontano, non troppo lontano, ma abbastanza da recidere il filo della monotonia: una fila di romanzi o autori già letti o ancora da conoscere, le copertine sfavillanti e colorate e una piccola grande torre che sono certa non cadrà tanto facilmente. I libri sono la linfa vitale della mia esistenza, e la ragazza coordinata col tempo, che delle volte vorrebbe padroneggiarlo, attende pazientemente di immergersi per la prima volta o per una seconda fra le pagine di questi magnifici testi, facendo svolazzare le sue parole come piccoli esserini che si stanziarono nel mio cerchio. In un luogo o in un tempo che è il riquadro della finestra di un mondo in cui il mio cuore gioisce già solo ad vederne la sua luce.

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Primo romanzo che mi piacerebbe rileggere, un testo che lessi ben dieci anni fa e il cui ricordo è oramai sbiadito. Il desiderio di ravvivare quella piccola fiamma che anni fa mi indusse a conoscere Ivo e Stella, anime dannate e contrite, forse inadatta ai più sensibili.

Titolo: Il mio dolce gemello

Autore: Nino Haratischwili

Prezzo: 17 €

Casa editrice: Mondadori

N° di pagine: 271

Trama: Stella si è costruita un'esistenza di affetti sereni e sicurezze quotidiane: un bambino amatissimo, un marito attento, un buon lavoro, una bella casa. Un giorno Ivo suona alla sua porta spalancandola d'un colpo sul passato. Ivo e Stella hanno condiviso un'infanzia faticosa, impigliati nelle trame sentimentali dei loro genitori, lanciati verso una tragedia che legherà per sempre l'uno all'altra i figli. Bambini, sono cresciuti nella simbiosi dolce e disperata di due fratelli adottivi affidati all'amore eccentrico di una vecchia zia che li ha lasciati correre pomeriggi interi a piedi nudi nel forte vento del Mare del Nord, sulle sue spiagge luminose. Più grandi, sono diventati quegli amanti che non riescono a stare lontani e finiscono per distruggersi per troppa vicinanza. Poi si sono separati con uno strappo violento. Ma ora Ivo è tornato e Stella capisce che tutto il mondo che ha così caparbiamente costruito e tutte le sue difese stanno per crollare. Non resta loro che un'ultima possibilità, un lungo viaggio in Georgia, per liberarsi dal trauma sepolto che li lega e per liberare, forse, il loro amore.

martedì, aprile 30, 2024

Gocce d'inchiostro: Se una notte d'inverno un viaggiatore - Italo Calvino

Le storie messe in scena mediante un autore onnisciente, un autore che si fa onnipresente e straordinario vengono divorate nel giro di qualche giorno. Succede quasi sempre quando poi il romanzo, il suo autore mi piacciono tantissimo. Capitò che questo romanzo, che lessi già altre volte, qualche anno fa, rappresentava questo momento di cui vi facevo cenno: trapelano quasi sempre parole che mi hanno aiutata nel momento del bisogno. Pilastro della produzione calviniana che, a mio avviso, bisognerebbe leggere almeno una volta nella vita, Se una notte d’inverno un viaggiatore è un 'opera sensazionale e travolgente sull'immediato quanto benefico potere che cela talvolta la parola scritta, la cui natura invisibile e sconosciuta trascina in un limbo letterario illuminato sospeso fra due oscurità: quella del fascino di chi legge e quello invisibile della cittadella che alberga la mente dell'autore.

Spettatrice di qualcosa che non avevo ancora visto, il mio pensiero, le mie prime impressioni indelebili come un tatuaggio, in uno spessore di piombo fitto e opaco in cui sono potuta passare inosservata e spedita.


 Titolo: Se una notte d'inverno un viaggiatore

Autore: Italo Calvino

Casa editrice: Oscar Mondadori

Prezzo: 14 €

N° di pagine: 267

Trama: Un viaggiatore, una piccola stazione, una valigia da consegnare a una misteriosa persona... Da questa premessa si possono snodare innumerevoli vicende, ma sono dieci quelle che l'autore propone in questo sorprendente e godibilissimo romanzo. "E' un romanzo sul piacere di leggere romanzi: protagonista è il lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro." (Italo Calvino)

domenica, aprile 28, 2024

Romanzi su misura: Aprile

Ormai viaggiamo su una bella strada, quella perennemente affiancata da un sole giallo caldo, quieto e confortevole che costeggia la cittadella della mia memoria, è spettatore assiduo di letture di svariato genere. In un ambiente così quieto, confortevole, ogni cosa, ogni bruttura del mondo, sembra evaporare nel nulla. Ed addentrarsi in forme, archetipi letterari che hanno a che fare con ciò che più mi piace, testi che rendono sempre più evidente il mio amore per la scrittura, conferiscono quell’idea di felicità cui spesso incorro. Questo mese raggiunta, più o meno, dalla lettura di testi che mi hanno sorpresa, colpita, trascinata in situazioni estremamente spinose in cui in gioco non c’era solo l’idea di fondare un nuovo ciclo di letture, scoperte letterarie cui farò testo in futuro, quanto salvaguardarsi da ogni assalto esterno.

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Romanzi su misura in digitale:

Acuto e diretto ma anche un pò rozzo e frettoloso, contaminato dal naturalismo e dal satirismo, un testo che invita a comprendere la realtà circostante, il momento in cui bisogna buttarsi dentro qualcosa di importante, affinché ogni cosa cambi, manifestando una completezza che non viene fuori altrimenti se non le gioie della scrittura si allineano attorno al nostro cerchio, propinando qualcosa di inquietante ma veritiero il cui forte carattere, la coscienza di un sé senza limiti non è soggetta al semplice divenire quanto al giungere dritto al presente, metaforico o reale.

Valutazione d’inchiostro: 4

venerdì, aprile 26, 2024

Gocce d'inchiostro: Povere creature - Alasdair Gray

<< Presto, presto! Anche io avrei dovuto leggere questo romanzo, prima che la trasposizione cinematografica approdasse nelle sale cinematografiche. Forza, altrimenti avrei rischiato di incorrere in qualche brutto e spiacevole spoiler >>. Queste parole hanno echeggiato nelle stanze buie e polverose del mio animo con la medesima frequenza di qualcosa di stabile e necessario. La lettrice che riposa in me odia dover essere impreparata: non avrebbe voluto sapere nè conoscere alcunchè nei riguardi di questa storia, e preannunciava quel momento in cui avrebbe potuto sedersi comodamente nella sua poltrona preferita, aprire il romanzo da una finestra virtuale del suo Kobo, infilare il naso fra le soglie di un mondo che in una manciata di giorni era divenuto simile al mio. A questo processo infatti non ho dovuto attendere che una manciata di settimane, il tempo che il romanzo fosse disponibile in versione digitale negli store online, e a ciò ne seguì un processo di lettura che mi ha sottratto nemmeno quarantotto ore, tanto intensa era la sensazione che mi fossi imbarcata in un luogo da cui non avrei più voluto uscirne. Effettivamente Povere creature, con in copertina il viso sfigurato della bella attrice Emma Stone, mi era stato consegnato esattamente come è: un prodotto commerciale che per qualche tempo ha fatto parlare parecchio di sé. E a cui io ho deciso di abbracciare invitata da un autore un po stempiato ma erudito, propinandoci un’incursione semplificata del reale in cui non si chiederà consolazione mediante la stessa letteratura quanto pungolando continuamente l’arte come forma consistente e definitiva.

Titolo: Povere creature
Autore: Alasdair Gray
Casa editrice: Safarà Editore
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 408

Trama: Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia? Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera. Da questo romanzo, il film di Yorgos Lanthimos prodotto da Searchlight pictures.

mercoledì, aprile 24, 2024

Slanci del cuore: Parole in musica

La musica è una delle mie più grandi e fedeli compagne. Non è qualcosa di semplice, ascoltare una canzone e canticchiare tra sé o a voce alta, quanto ascoltarla mentre si legge, in quanto trascinata in un mondo a parte, a sè, in cui non provo alcun fastidio quanto benessere. Leggere con la musica sparata nelle orecchie mi ha sin da sempre concesso l’opportunità di conciliare realtà e fantasia, e, quasi come preda di trance, divertita e poi tesa. Tesa perché così immersa da non poter essere sempre vigile a captare i rumori del mondo esterno. Di musica la letteratura di cui amo cibarmi e a cui a questo proposito quest’oggi proporrei qualche opera al riguardo, in questi testi è essenza suprema. Urla qualcosa, trasmette messaggi che forse non tutti hanno compreso, forse nemmeno io. nè gesticolano violentemente affinchè qualcuno li noti, quanto tendono una mano invisibile affinché vada verso qualcosa. Cosa non so spiegarlo, ma sicuramente che coincide con i sogni, le speranze di chi, fagocitato in questa realtà quasi illusoria, può rifugiarsi.

Un grande romanzo che scruta una parte più intima della nostra anima: i sentimenti. Un bellissimo affresco sull'adolescenza, sulla giovinezza, sul periodo di transizione all'età adulta scritto magistralmente a cui fanno da sfondo atmosfere favolosamente descritte prive di elementi onirici e surreali e un continuo susseguirsi di misteri foschi e domande senza risposta che riescono a coinvolgere del tutto il lettore in un mondo ombroso ma ricco di sentimentalismo. 

Titolo: A sud del confine, a ovest del sole

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13€

N° di pagine: 204

Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

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